Stomaco e intestino? Si possono allenare
Come abbiamo visto in un precedente articolo, l’assunzione di carboidrati durante l’allenamento può aiutare la performance. Tuttavia, assumerne troppi può causare problemi allo stomaco e all’intestino.
I problemi al tratto gastrointestinale sono molto comuni negli sport di endurance, soprattutto nel running. Spesso gli atleti ricorrono a gel e a bevande a base di carboidrati e ciò può provocare gonfiore addominale o altri disturbi gastrointestinali.
Stomaco e intestino: due organi molto adattabili
Detto questo, anche una strategia diversa potrebbe rivelarsi utile. Lo stomaco e l’intestino, infatti, essendo organi molto adattabili, possono essere “allenati”, proprio come si allenano i muscoli.
In una recente review su Sports Medicine ho analizzato le evidenze relative alla possibilità di allenare lo stomaco e l’intestino. Gran parte dei dati derivano da studi condotti sugli animali. Tuttavia, l’evidenza è forte ed esistono anche alcuni studi sull’uomo che puntano nella stessa direzione.
È noto che i partecipanti alle gare a chi mangia il più velocemente possibile “allenano” lo stomaco affinché riesca a contenere grandi quantità di cibo, con il minore disagio. Grazie a una pratica costante, queste persone sono in grado di ingerire in poco tempo una quantità di cibo impensabile per una persona “normale” e non allenata.
Il record attuale è di 69 hot dog (con il panino) in 10 minuti. Per ottenere questi risultati, i mangiatori professionisti fanno uso di diverse tecniche: masticare grossi pezzi di chewing gum per periodi sempre più lunghi oppure dilatare lo stomaco, ingerendo fluidi o gli stessi cibi che verranno mangiati in gara. I volumi crescono in maniera progressiva e devono passare diverse settimane prima che il mangiatore diventi competitivo.
L’allenamento dello stomaco
Tutto ciò ci dimostra che lo stomaco possiede una notevole capacità di adattarsi. Il suo allenamento produce due principali effetti:
1. lo stomaco si dilata e può contenere più cibo;
2. lo stomaco pieno è meglio tollerato. Anzi, non è più percepito come tanto pieno.
Entrambe gli aspetti potrebbero risultare rilevanti anche nell’ambito dell’esercizio fisico.
L’assorbimento intestinale
Un altro esempio riguarda l’assorbimento intestinale. L’assorbimento di carboidrati durante l’attività fisica è limitato a 60 g all’ora (per lo meno quando viene ingerito un unico tipo di carboidrati, per esempio il glucosio). Ecco perché un apporto di gran lunga superiore a 60 g all’ora, con molta probabilità, comporterà l’accumulo di carboidrati nell’intestino. Tuttavia, è stato dimostrato che aumentare giorno dopo giorno la quantità di carboidrati, intervenendo soprattutto su quelli assunti durante l’attività sportiva, ne fa crescere l’assorbimento e l’ossidazione, cioè l’utilizzo finale.
Bibliografia
- Jeukendrup AE. Training the gut for athletes. Sports Med. 2017 Mar;47(Suppl 1):101-110.
- Cox GR, Clark SA, Amanda J, Cox AJ, Halson SL, Hargreaves M, Hawley JA, Jeacocke N, Snow RJ, Yeo WK, Burke LM. Daily training with high carbohydrate availability increases exogenous carbohydrate oxidation during endurance cycling. J Appl Physiol (1985). 2010 Jul; 109(1):126-134