Training e omega-3: il nuovo studio dell’Equipe Enervit
Omega-3 e training: un binomio sul quale il team dell’Equipe Enervit ha voluto indagare con un nuovo studio incentrato su un gruppo di podisti.
Qui i risultati. Ma per capire il valore della ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Frontiers in Physiology, partiamo dall’inizio. Cioè dai veri “protagonisti” della ricerca: gli omega-3 e gli omega-6.
L’importanza degli acidi grassi polinsaturi
Gli acidi grassi polinsaturi (di cui gli omega-3 e gli omega-6 fanno parte), presenti nelle membrane delle cellule del nostro corpo, sono molto importanti perché possono modulare le loro funzioni. In particolare, ma non soltanto, gli omega-6 sono precursori di molecole che attivano l’infiammazione, mentre gli omega-3 di molecole che la spengono. Questo determina rilevanti conseguenze, anche per lo sport.
Gli omega-3 e gli omega-6: come si misurano
Gli omega-3 e gli omega-6 sono misurabili nel sangue. Quando si parla delle loro quantità nel sangue, in genere, si fa riferimento a due parametri, ovvero l’Omega-3 Index e il rapporto AA/EPA. L’Omega-3 Index è la percentuale del totale degli acidi grassi rappresentata dalla somma dei due più importanti acidi grassi omega-3: EPA (acido Eicosapentaenoico) e DHA (acido Docosaexaenoico). AA/EPA è il rapporto quantitativo tra acido Arachidonico (un omega-6) ed EPA. È noto che quando i valori di Omega-3 Index sono bassi e i valori di AA/EPA sono alti si profila un più elevato rischio di eventi cardiovascolari (infarto e ictus) o di sintomi depressivi.
Lo studio dei podisti pubblicato su Frontiers in Physiology
La concentrazione di acidi grassi omega-3 e omega-6 nelle membrane delle cellule di tutto il corpo è influenzata da fattori genetici e dietetici, ma si sa molto poco degli effetti dell’attività fisica. In quest’ambito, Equipe Enervit, proprio di recente, ha condotto una ricerca nel tentativo di fare un po’ più di chiarezza.
A 257 podisti, sani, di età media 40.85 ± 12.17 anni, che si allenavano almeno 3 volte a settimana (in media 50.77 ± 26.56 km a settimana, da circa 8.63 ± 8.17 anni), sono state prelevate gocce di sangue dal polpastrello di un dito per misurare la concentrazione di omega-3 e omega-6.
Le valutazioni statistiche hanno evidenziato una significativa riduzione di Omega-3 Index e un aumento del rapporto AA/EPA al crescere dei km di allenamento a settimana. Al contrario, non sono risultate significative associazioni con altre variabili come età, sesso, anni di training, peso, numero di allenamenti a settimana. L’aumento del rapporto AA/EPA è stato attribuito a un calo di EPA, più che a un incremento di AA. Quindi, chi si allena di più ha meno omega-3 nel sangue.

La ricerca continua
È la prima volta che viene dimostrata l’esistenza di un’associazione tra contenuto di omega-3 nel sangue e carico di allenamento. Non è chiaro perché questo succeda. Uno studio con un campione molto ridotto (7 partecipanti) condotto nel 2001 da Helge e colleghi aveva segnalato che il contenuto di DHA incrementava nelle membrane delle cellule muscolari dopo 4 settimane di training. Quindi, si potrebbe ipotizzare che gli omega-3, per motivi ancora imprecisati, in seguito all’esercizio, “migrino” dal sangue all’interno dei muscoli.
In conclusione
Alla luce di questi risultati, per gli atleti è consigliabile un elevato apporto di omega-3 attraverso la dieta, che dovrà aumentare al crescere del carico di allenamento. Spesso, però, la sola modifica della dieta non è sufficiente a riequilibrare il deficit di omega-3 dovuto al training. Da qui la necessità di affidarsi a una integrazione con omega-3 fino a 4 gr al giorno, facendosi guidare dalla misurazione di Omega-3 Index e AA/EPA ematico.
Bibliografia
- Davinelli S, Corbi G, Righetti S, Casiraghi E, Chiappero F, Martegani S, Pina R, De Vivo I, Simopoulos AP, Scapagnini G. Relationship Between Distance Run Per Week, Omega-3 Index, and Arachidonic Acid (AA)/Eicosapentaenoic Acid (EPA) Ratio: An Observational Retrospective Study in Non-elite Runners. Front Physiol. 2019 Apr 26;10:487.
- Helge JW, Wu BJ, Willer M, Daugaard JR, Storlien LH, Kiens B. Training affects muscle phospholipid fatty acid composition in humans. J Appl Physiol (1985). 2001 Feb;90(2):670-7.